INTRODUZIONE ALL'ANTROPOLOGIA CONCETTUALE
UNA NUOVA DISCIPLINA DELLE SCIENZE UMANE
PREMESSA
L'antropologia concettuale è la disciplina che analizza e interpreta espressioni delle arti, delle credenze, delle tradizioni e di altre espressioni intellettuali e spirituali per comprendere radici, funzioni e conseguenze di quanto esprimono sul comportamento della mente che le ha concepite: risalire dall’effetto alle motivazioni della mente che lo ha concepito. Il fine è capire lo spirito delle cose, i processi concettuali che definiscono attitudini e azioni individuali e sociali. Vi sono vari livelli di comprensione del comportamento umano ed è il livello di comprensione a determinare le capacità di valutare, di comunicare, di gestire e di reagire.
L’antropologia concettuale definisce sintesi comportamentali e concettuali di realtà, approfondendone il significato psicologico e sociale. Per lo studio del passato elabora e analizza i dati prodotti dalla storia e l’archeologia. Il ritrovamento mette in luce reperti che l’archeologia tradizionale descrive, data e inserisce nel quadro storico. L’antropologia concettuale utilizza i risultati dell’archeologia e i dati storici, per estrarne le implicazioni sociali, psicologiche, e concettuali che stabiliscono l’identità di persone e di società e rivelano le matrici del loro comportamento.
L’archeologia ha l’importante funzione d’identificare vestigia, le descrive e le data. Per l’antropologia concettuale i dati prodotti dall’archeologia sono la base della ricerca, la loro descrizione non è la conclusione dello studio, ma la materia prima per la ricostruzione concettuale. Si accumulano frammenti di storia, ai quali occorre dare una logica, per passare dal sapere al capire. Il reperto deve rivelare le sue implicazioni sociali, economiche e politiche.
L’antropologia concettuale ricerca lo spirito della cultura. Si esprime tramite EXPRESSION (rivista trimestrale pubblicata in inglese), e i libri editi da ATELIER, Centro di Ricerca per l’Antropologia Concettuale. ATELIER è un laboratorio sperimentale dedito alla nuova disciplina, creato e diretto dal Prof. Emmanuel Anati. *
COME NASCE L'ANTROPOLOGIA CONCETTUALE
L'idea di creare un incubatore unico per gli aspetti concettuali delle arti, delle tradizioni, delle credenze, della religione, delle relazioni sociali e di altri aspetti intellettuali, emotivi e spirituali della cultura umana, per farne sorgente unitaria di ricerca, ha avuto una lunga gestazione. Ha compiuto un passo formale durante il Congresso Internazionale di Preistoria di Florianopolis, in Brasile, nel 2011. Il dibattito all'inizio ha riguardato la necessità di cambiare l'orientamento di base degli studi preistorici: fondare una nuova archeologia. Una disciplina basata principalmente sulla descrizione di realtà materiali, doveva trasformarsi in una disciplina che utilizzava la loro descrizione come mezzo per comprendere lo spirito e il contesto concettuale che le produceva. Il dibattito si è svolto nella sessione della commissione internazionale CISENP(Commissione scientifica internazionale sulle espressioni intellettuali e spirituali delle popolazioni senza scrittura) **
È sorto il quesito se sarebbe stato più fattibile cambiare l'orientamento di una disciplina tradizionalmente consolidata o crearne una nuova. Nel campo degli studi preistorici, archeologici e antropologici, la presenza di diversi orientamenti è un fattore salutare da preservare. All'interno di questa cornice, è nato un nuovo settore, una nuova disciplina, inizialmente denominata “nuova archeologia” che successivamente ha acquisito il nome di “antropologia concettuale”. I partecipanti alla sessione del CISENP, presieduta dal Prof. Anati, hanno deciso di riconoscere la disciplina nascente dell'antropologia concettuale come impegno della commissione.
Con la collaborazione CISENP, il centro di ricerca ATELIER per l'antropologia concettuale ha iniziato a funzionare, fondando la rivista trimestrale EXPRESSION e operando intensamente dal 2013. Ad oggi, oltre 250 autori provenienti da una cinquantina di paesi si sono espressi pubblicando ricerche e dibattiti in EXPRESSION. In nove anni, il settore editoriale di Atelier ha pubblicato oltre 60 libri che costituiscono la base della nuova disciplina. Le pubblicazioni sono diffuse in oltre 85 paesi. L'interesse globale che ha suscitato mostra che l'antropologia concettuale viene a colmare una lacuna nel settore delle scienze umane.
LE FINALITA’ DELLA NUOVA DISCIPLINA
Lo scopo di questa nuova disciplina è la comprensione concreta e analitica del comportamento umano, di processi e orientamenti, di fenomeni ricorrenti e isolati: è una presa di coscienza di trend comportamentali. Sintetizza le acquisizioni di diverse discipline, dalla psicologia alla storia, dall'archeologia alla antropologia e alla sociologia, alla storia dell'arte e alla storia delle religioni. Unisce aspetti della cultura che sono intimamente legati tra loro, espressioni dello spirito umano che rivelano motivazioni, influenze, umori ed emozioni, risalendo alle cause di ciò che rimane come effetto.
Sorta per lo studio delle società preistoriche e tribali, l'antropologia concettuale si sta aprendo a nuovi settori come le tendenze di società contemporanee e dei fenomeni sociali e politici che le caratterizzano, aspetti evidenti dai libri di Atelier sul ruolo della donna, le relazioni uomo-donna, la colonizzazione, le società del Medio Oriente, le condizioni di minoranze, le mutazioni di tradizioni ed altro. Le edizioni di Atelier comprendono già un ricco repertorio.
Tuttavia l’interesse primario si è finora rivolto alla preistoria e al mondo tribale, con ricerche su Europa, Medio Oriente, Australia, Tanzania, Azerbaijan e altro.
IL CONCETTO DI ANTROPOLOGIA CONCETTUALE
Ogni azione umana, sia individuale sia collettiva, è effetto di due principali moventi coniugati: la sopravvivenza fisica o concettuale e la relazione tra l’io (individuale o associativo) e l’altro (individuale o associativo). Seguendo le implicazioni di tale coniugazione, l'antropologia concettuale studia i concetti e le motivazioni di quanto emerge dal comportamento umano, inglobando le esperienze di vari settori delle scienze umane, da archeologia, antropologia, sociologia, etnografia, storia, costumi e tradizioni popolari, ed altre aree che concernono fenomeni comportamentali. Da questo emporio di espressioni materiali, spirituali e concettuali vengono in luce le tendenze dell'uomo e della società.L'obiettivo è comprenderle, tramite la ricerca scientifica, e farne oggetto di conoscenza cosciente, favorendo nuove prospettive del pensiero razionale, in primo luogo di comprensione analitica di moventi, effetti e implicazioni del comportamento umano.
Ogni evento e ogni dettaglio esprime parte di una realtà più ampia. L'umanità è l'insieme degli individui che la formano, la cultura è l'insieme delle culture. All’interno di questo grande crogiuolo, ogni individuo e ogni realtà sociale ha una propria inividualità. La diversità è fonte d’identità e di confronto, è la sorgente che può generare incontro, confronto o scontro,genera comunque cultura ed è un grande patrimonio, fonte di crescita concettuale dell’umanità. La logica del tuo prossimo non è necessariamente identica alla tua. L'antropologia concettuale considera la diversità concettuale, ed anche le diverse dinamiche di mutamenti, come effetto di specifiche condizioni ed esigenze che ne indicano le radici. Tali analisi possono essere fonte di migliore comprensione del diverso, del passato e del presente, ed anche di possibili previsioni su sviluppi di tendenze.
I media e le enciclopedie forniscono delle immensità di dati tecnici che tuttavia non sono sufficienti per comprendere la dinamica culturale. Il comportamento umano opera in base a istinti, memorie, credenze, intuizioni, timori, ambizioni, sentimenti ed emozioni, il tutto nel contesto di circostanze ed umori. L'antropologia concettuale ingloba anche aspetti non sempre forniti da banche dati.
Ogni disciplina ha la sua memoria che è la base dell'identità, della ricerca e del progresso della disciplina stessa. Come ogni essere, si concentra su alcuni aspetti della memoria e ne trascura altri. La memoria congiunta delle varie discipline ha una dimensione più ampia di quella della singola disciplina. Per l'antropologia concettuale l'unione di varie discipline umanistiche offre prospettive di analisi e confronto, atte ad ampliare orizzonti e a limitare miopie e settarismi.
Di fronte ad orientamenti tesi all'estrema specializzazione che riduce i ricercatori in tecnici, l'antropologia concettuale va contro corrente. Incoraggia l'acquisizione di un'ampia cultura umanistica, diretta alla comprensione del comportamento umano tramite le sue manifestazioni. I tecnici e gli intellettuali hanno formazioni, ruoli e orientamenti diversi. La società necessita degli uni e degli altri. I tecnici sono preparati da vari livelli del sistema scolastico e formativo: occorrono specialisti in settori specifici, con conoscenze tecniche, da impiegare in determinati settori funzionali. Gli intellettuali non hanno una formazione altrettanto strutturata, altrimenti diverrebbero tecnici, devono spesso trovare da loro la propria vocazione.
Lo studioso di antropologia concettuale è anch’esso uno specialista ma con criteri e propositi diversi. La vasta formazione umanistica apre orizzonti e promuove una formazione culturale panoramica al fine di comprendere lo spirito dell'uomo nelle sue espressioni materiali, concettuali e decisionali, i suoi aspetti emotivi, l'immaginazione, i sentimenti di amore e odio, l'amicizia e l'animosità, i rapporti con gli altri e con se stesso, atteggiamenti psicologici e condizionamenti culturali. La formazione conduce allo sviluppo di capacità intuitive, ad acquisire coscienza esistenziale e usarla per definire, nelle realtà che si presentano, motivazioni e conseguenze del comportamento umano.
La conoscenza è l'anticamera della comprensione. Più ampia è la conoscenza, più ampia dovrebbe essere la capacità analitica e la comprensione. Ciò dipende anche dal tipo di conoscenza. L'orientamento dell'antropologia concettuale è la specializzazione intellettuale multidisciplinare: una specializzazione senza le frontiere e i limiti della specializzazione.
STRUMENTI DIDATTICI
La neonata disciplina non ha ancora strumenti di formazione accademica. Non vi sono corsi o insegnamenti universitari. La fonte formativa primaria è l’acquisizione di metodi e nozioni, tramite l’assimilazione di esperienze teoriche da pubblicazioni o pratiche da l’apprendistato.
1- Pubblicazioni specializzate come mezzi educativi
I libri di ATELIER sono espressioni della nuova disciplina che coinvolge studenti, studiosi e altri, senza limiti geografici nè tipologici.
La rivista EXPRESSION, con quattro numeri all'anno, svolge un discorso continuo, comunica l’accumulo di dati e concetti, in una visione globale. È il principale strumento educativo disponibile per l'antropologia concettuale. Oltre 250 autori provenienti da una cinquantina di paesi di cinque continenti ne hanno fatto un mezzo educativo e anche un'enciclopedia spontanea e naturale che si arricchisce con ogni numero: produce cultura, collaborazione, dialogo e progresso intellettuale, collegando lettori di oltre 85 paesi. È seguita da accademie ma anche da società tribali principalmente in Africa, Australia e Pacifico.
L'istruzione e la formazione si svolgono in una formula aperta, disponibile a livello mondiale: la lettura. La lezione tradizionale in aula coinvolge al massimo poche decine di studenti; quando possibile, è un eccellente mezzo comunicativo tra docente e studente, ed è anche un importante mezzo di socializzazione. L'educazione attraverso pubblicazioni, sia cartacee, sia online, non ha il privilegio del contatto diretto ma può raggiungere moltitudini ed essere accessibile ovunque nel mondo. La rivista EXPRESSION mantiene vivo il dialogo e il dibattito.
Ci sono molte migliaia di potenziali accoliti. Un obiettivo importante, ma lento, è raggiungerli e far loro scoprire l’esistenza della nuova disciplina. Le pubblicazioni, prevalentemente in inglese e italiano, sono progettate per il livello di studenti universitari, e sono volutamente facili da leggere e assimilare per tutti. Per l'antropologia concettuale, tutti noi, membri della specie umana, siamo potenziali studenti. L'editoria è il principale mezzo educativo e formativo, accessibile a tutti in tutti i paesi, libero dalla dipendenza dalle quattro pareti dell'aula e dalla burocrazia accademica. Mirata agli aspetti concettuali dell'antropologia, questa impresa editoriale, in un momento di crisi editoriale, propone nuovi orizzonti dell'insegnamento e della diffusione della cultura.
2- Lavori pratici
Acquisire esperienza pratica in antropologia concettuale: oltre al lento ma in espansione processo educativo attraverso la diffusione di pubblicazioni, la formazione viene svolta con lavori pratici: apprendere applicando efficacemente la disciplina.
Rispetto all'istruzione in aula dei corsi universitari, la nuova tendenza va contro corrente. Non è una formazione di massa. L’apprendistato si basa sulla formazione personalizzata, individuale di ogni studente, per permettere ad ognuno di scoprire non solo l'applicazione pratica della ricerca ma anche la sua potenziale capacità operativa. Essendo una nuova disciplina, non ci sono insegnanti per ora tranne il suo inventore, il Prof. Emmanuel Anati.
Gli studenti di oggi sono gli insegnanti di domani. Poiché non esistono docenti o corsi universitari di antropologia concettuale, la formazione si basa sul lavoro pratico individuale di ciascun candidato. I laureati in antropologia, archeologia e altre discipline umanistiche, sono il tipo di candidato più idoneo. Oltre alla formazione pratica individuale, ci possono essere anche attività di gruppo: seminari, conferenze e progetti di ricerca congiunti.
3- Seminari
Vengono affrontati temi specifici, con contributi di vari partecipanti, alcuni dei quali trovano pubblicazione e diffusione nella rivista trimestrale EXPRESSION. La lingua comune di 85 paesi è l'inglese. Questioni locali come tradizioni, espressioni artistiche, o questioni sociali e culturali locali, sono argomenti sperimentali sia per la ricerca sia per l'insegnamento. I protagonisti, studenti, ricercatori e autori, provengono da cinque continenti. È necessario riunirli anche senza risorse di viaggio e accoglienza appropriate. Nonostante l'assenza di tale sostegno, si tengono riunioni e seminari video per stimolare il dibattito su questioni specifiche. Ma il principale mezzo di cooperazione rimane la ricerca di argomenti specifici che attiri gli autori a contribuire con articoli su EXPRESSION. Ogni numero è una sorta di seminario, che apre dibattiti e relazioni tra autori e lettori a livello globale.
4- Conferenze
Per facilitare l'incontro e mantenere vivo il dialogo tra i seguaci della nuova disciplina, sono state organizzate sessioni specifiche in occasione di congressi internazionali di archeologia e antropologia, dove argomenti d’interesse mondiale e studi innovativi possono essere presentati e discussi. Per il momento si utilizzano congressi generici di archeologiaa o antropologia. Congressi mondiali di antropologia concettuale non si sono finora realizzati. Potrebbero in futuro diventare attuali.
5- Team di ricerca
I ricercatori che si uniscono in team hanno accesso a laboratori, database e altre risorse del centro di ricerca ATELIER. Gli argomenti adatti ai team riuniscono ricercatori di varie discipline con obiettivi comuni. La ricerca puramente teorica non è esclusa, ma al momento la tendenza è quella di preferire temi pratici specifici. Si favoriscono gruppi di lavoro dove ogni partecipante ha un suo ruolo specifico.
6- Mostre
L'organizzazione di mostre ha lo scopo di coinvolgere il pubblico. L'inclinazione culturale-educativa delle mostre si riferisce al principio di conoscere il passato per scoprire il presente. Temi di antropologia o archeologia uniscono nello sforzo comune diverse discipline umanistiche, nonché grafici, architetti, artisti, educatori, esperti di comunicazione, per ottenere una profonda penetrazione concettuale per il pubblico.
7- Autonomia e capacità decisionale
ATELIER, il centro internazionale di antropologia concettuale, finora si è orientato verso il mantenimento di una identità totalmente autonoma, aperta a collaborazioni con enti e persone ma nella piena indipendenza, volta al rinnovamento della ricerca, dell'insegnamento e anche proponendo un nuovo tipo di tendenza culturale concreta, sostenibile, attiva, aperta e consapevole, senza barriere nè interferenze. Il principio è fare cultura producendo cultura; l'insegnamento avviene diffondendo conoscenza e consapevolezza. L'aula d’insegnamento è il pianeta Terra. Ciò che conta sono i risultati.
LE RICERCHE IN CORSO
Le ricerche procedono. I risultati raggiungono istituzioni e ricercatori in cinque continenti e producono cultura. Non sono pensati per essere archiviati nelle cantine accademiche o negli scrigni privati di qualche baronia. Le ricerche svolte sono pubblicate, diffuse e accessibili a livello globale.
Diverse ricerche sono di rilevanza mondiale, altre sono di minore impatto, tutte sono contributi all’avanzamento della conoscenza e della comprensione. Si sono affrontati e si affrontano temi quali: ‘Definire l'identità dell'Homo sapiens’; ‘Le origini della scrittura’; ‘Le origini delle religioni’, ma anche argomenti d’interesse locale. In ogni caso dialoghi e dibattiti vengono resi pubblici, mantenuti vivi e producono partecipazione. I risultati della ricerca, anche se considerati non definitivi ma lavori in corso, sono pubblicati sulla rivista EXPRESSION e nelle monografie di Atelier cercando di coinvolgere anche i non addetti ai lavori. La ricerca è sempre in corso. Discussioni e approfondimenti, ulteriori progressi nella ricerca e ulteriori contributi, provocano il costante movimento e il confronto delle idee. La passione per la ricerca deve diffondersi anche oltre gli ambiti accademici.
I TEMI DELLA RICERCA
Non sempre si sa quando una ricerca ha avuto inizio, e spesso, anche presentando risultati ottenuti, non si sa quando abbia fine. La ricerca solitamente nasce da precedenti ricerche e conduce a successive ricerche. Pur avendo Atelier, in 9 anni, oltre 60 libri e alcune centinaia di articoli in attivo, varie delle ricerche svolte proseguono. Le pubblicazioni elencate nel catalogo di Atelier, mostrano alcuni dei risultati finora conseguiti. I brevi sunti che qui seguono, di alcune delle ricerche in corso, mostrano le tendenze di una disciplina in fase formativa, che testa le proprie capacità operative e sta già ottenendo consistenti risultati.
Acquisire dati storici su epoche preistoriche
Uno dei progetti di ricerca riguarda l’acquisizione di nozioni storiche sulla preistoria: produrre la storia di epoche e culture finora considerate parte della preistoria. Si applicano nuovi criteri di analisi dell’arte preistorica per decodificare contenuti e intenti dietro i grafemi. La cultura materiale evidenzia non solo mutamenti nelle tecniche lavorative ma anche evoluzione concettuale, nelle capacità di logica e funzionalità. Dietro l’oggetto vi è la mente di chi lo ha concepito. La nuova metodologia sta producendo risultati che aprono nuove prospettive analitiche, rivelano nuovi aspetti dei processi cognitivi, aprono dibattiti e producono cultura tramite le loro pubblicazioni. È un sistema dinamico che combina ricerca e insegnamento e porta a risultati concreti, pubblicati e accessibili al pubblico. In questa linea, sono già disponibili alcuni libri tra cui Radici della cultura (Atelier, 2017) e Décoder l’art préhistorique et l’origine de l’écriture (Atelier, 2020).
Decodificare l’arte degli aborigeni australiani
Un’analisi concettuale dell’arte aborigena australiana ha portato alla ricostruzione di processi di evoluzione culturale nel corso di 50.000 anni, eventi, migrazioni, l’arrivo dei primi abitanti e quello di nuove popolazioni, i cambiamenti nella struttura sociale ed economica di vari periodi in quella che veniva definita genericamente ‘età dei cacciatori-raccoglitori’. I risultati, sebbene finora parziali, sono presentati in un libro (Arte rupestre dell’Australia, Atelier, 2019) e in alcuni articoli apparsi nella rivista EXPRESSION.
Le società preistoriche della Valcamonica, Italia
Analisi di antropologia concettuale sull'arte rupestre della Valcamonica, hanno sintetizzato e rielaborato precedenti ricerche, producendo la storia e l’evoluzione di tribù alpine nel corso di 10.000 anni. Ogni incisione su roccia ha dietro di sé una ragion d'essere, una motivazione, uno scopo e quindi anche diverse profondità di lettura da parte del ricercatore. Per dieci millenni i popoli camunni hanno registrato la loro storia attraverso l'arte rupestre. Lo scopo della nuova tendenza è quello di trasformare i reperti archeologici in documenti leggibili, per ricostruire la storia di quella che finora era stata preistoria. I risultati appaiono in diversi articoli di EXPRESSION e nel libro The Rock Art of Valcamonica (Atelier, 2015).
Decifrare l’arte paleolitica europea
I metodi dell'antropologia concettuale hanno portato alla decodifica di quelle che erano state considerate bellezze mute, riportata alla luce per oltre un secolo, mai prima decifrate. Questa ricerca ha portato a un risultato di eccezionale rilevanza storica, alla lettura di messaggi in un sistema di scrittura pittografica, 30.000 anni prima dell'invenzione dell'alfabeto. Sono documenti che rivelano dati su epoche nelle quali nessuno immaginava la possibilità di ottenere documenti storici. Rivelano sistemi di scambio non solo di prodotti commestibili ma anche di donne! Altri documenti riportano viaggi e migrazioni e persino documenti personali che includono relazioni sessuali. Oltre al grande interesse anche del vasto pubblico, e alla capacità di informazione dirompente di queste innovazioni, esse contribuiscono nuovi capitoli della storia di molti millenni prima di quello che era considerato l'inizio della storia. Nuovi capitoli vengono aggiunti alla storia dell'umanità e alle origini della scrittura. Le pubblicazioni risultanti chiariscono la scoperta di nuovi aspetti dell'evoluzione concettuale umana e dei processi mentali elementari. I primi risultati sono pubblicati nel libro Decoding Prehistoric Art and the Origins of Writing (Atelier. 2015) e in alcuni articoli apparsi nella rivista EXPRESSION.
Origini delle religioni
La ricerca svolta sulle più antiche tracce di comportamento religioso, su oggetti di culto, testimonianze di miti ,aree funerarie, pratiche di sepoltura e loro implicazioni, conduce alla conclusione che alcune tra le principali credenze di religioni attuali derivino da una religione madre primaria, le cui radici concernono la sopravvivenza dell’anima al corpo e la vita oltretomba. Ne emerge una ricerca di grande interesse anche per la psicologia, oltre che per l’antropologia e la storia delle religioni. I primi risultati conseguiti sono esposti nel libro The Origins of Religion (Atelier, 2020).
Medio Oriente. Archeologia e narrazione biblica tra mito e storia
Le narrazioni del Pentateuco scritte circa 2500 anni fa, riferiscono tradizioni che si sono trasmesse per molte precedenti generazioni. I ritrovamenti archeologici portano a versioni non sempre concordanti con le interpretazioni dei biblici testi. La ricostruzione storica degli eventi biblici è un impegno dell’antropologia concettuale che ha permesso d’ipotizzare la data del biblico esodo, la probabile ubicazione del Monte Sinai e le credenze dei popoli del deserto all’epoca riflessa dalla narrazione biblica.. Ha trovato forma in diverse pubblicazioni tra cui Esodo tra mito e storia (Atelier, 2016); The Riddle of Mount Sinai (Atelier, 2017); The Bronze Age Sacred Sites of Har Karkom (Atelier, 2022).
I miti dei nativi americani narrati dall’arte rupestre
L’arte rupestre delle tribù che hanno vissuto nel Nord America prima di Colombo immortalizza miti e credenze, in parte tuttora trasmessi oralmente dai nativi. La ricerca delle tradizioni orali sta permettendo una vasta e importante ricostruzione del significato dell’immensa narrazione pittografica dell’arte rupestre. I risultati finora conseguiti sono pubblicati in diversi articoli di Carol Patterson nella rivista EXPRESSION.
Il culto delle pietre nelle isole britanniche
I monumenti megalitici e le strutture loro connesse nelle isole britanniche sono oggetto di nuove analisi che conducono alla ricostruzione di credenze, miti e culti del periodo neolitico e dell’età del Bronzo. Queste ricerche in corso hanno già prodotto significativi risultati presentati in articoli di Terence Meaden nella rivista EXPRESSION.
Altri temi in progress:
Malta e il Mediterraneo: studi sperimentali in antropologia concettuale
Monumenti megalitici e statue menhir: incontro dei viventi con l’immaginario dell’aldilà.
EPILOGO
L'antropologia concettuale ha risvegliato un nuovo interesse per i significati concettuali delle vestigia e sta attirando studenti e studiosi. Il reperto materiale, oltre al senso storico, etnologico, folkoristico, estetico o museale, è considerato testimone delle cause che lo hanno determinato. Ogni realtà è conseguenza di quanto l’ha preceduta e la dottrina dell’antropologia concettuale, che unisce storia, archeologia, sociologia e psicologia, ha prospettive di sviluppo anche per eventi e trends quotidiani della società contemporanea. L’antropologia concettuale, che consiste nella ricerca dei moventi, è sempre esistita nel pensiero umano, la sua affermazione come disciplina formalizza uno stato di fatto rendendolo coscientemente operativo.
* Il quartier generale di questo centro si trova attualmente nel villaggio di Capodiponte, in Valcamonica, Italia, un importante centro di arte rupestre preistorica, primo titolo italiano nella lista UNESCO del patrimonio culturale mondiale, dove la disciplina scientifica della ricerca sull'arte rupestre è nata e si è sviluppata per oltre mezzo secolo.
**CISENP: Commission Internationale Scientifique ‘Les expressions intellectuelles et spirituelles des peuples sans écriture’; International Scientific Commission on ‘The Intellectual and Spiritual Expression of Non-literate Peoples’